Archivio per la categoria Columbus 2009

La neve è bella, ma impari presto ad odiarla

A Columbus fa freddo, molto freddo, tipo -15°C al mattino quando esci di casa, che se ci pensi è una di quelle cose che ti fanno sentire davvero un uomo, ma che poi, in pratica, ti fanno sentire solo freddo e basta.

Dalla finestra del mio mini appartamento al 1855 di Independence Road, sullo sfondo di una parete a mattoni rossi, fa capolino un ramo pieno di neve. Tutt’intorno a dove vivo, sino ad arrivare al centro di ricerca o giù al downtown, è tutto ricoperto da un soffice e spesso manto nevoso. È tutto bianco, bellissimo, sembra di stare sulle Alpi a fare compagnia ad Heidi ed invece sei solo a Columbus, immensa (magari per gli americani neanche tanto) città americana da quasi un milione di abitanti in cui l’unico personaggio famoso degno di rilevanza secondo wikipedia sarebbe un attore porno gay… Ma senza voler fare discriminazioni nei confronti dei gay, e senza nulla togliere alla dignità del mestiere di attore porno, onestamente mi sarei aspettato di più da una così grande città statunitense, se pensiamo che a Seattle sono vissuti Jimi Hendrix, Kurt Cobain ed un sacco di altra gente, a New York Barbra Streisand, Eddie Murphy e Woody Hallen, a Los Angeles la famiglia Forrester di Beautiful e insomma ci siamo capiti…

 

Dicevamo… A Columbus fa freddo, talmente freddo che non lo senti più. Cioè a -15°C diventi insensibile, non hai la percezione fisica di tutto quel freddo, ma ti limiti a sentire genericamente freddo. L’unica modo per distingue il genericamente freddo dal fuckin’ cold è dagli effetti che esso produce sul tuo fisico. Se non ti copri adeguatamente rischi di assistere al congelamento prima ed allo sbriciolamento dopo delle varie appendici del tuo corpo (e sto alludendo a naso, mani e piedi…).

Un freddo del genere è talmente secco che non ti viene il mal di gola perché hai preso fresco, ma perché il tuo epitelio è alla ricerca disperata di un po’ di idratazione e si secca come una spugna per i piatti che non viene usata da più di due giorni. Idem per gli occhi e le narici. Eppure da questo freddo ci si può proteggere, è una di quelle cose del tipo “se lo conosci lo eviti”. Con occhiali, guanti e coppoletta di lana si neutralizza facilmente. Purtroppo invece non esiste rimedio al freddo umido e nebbioso di Lecce o delle città padane in cui l’umidità attraversa impunemente tutti i tuoi strati impermeabili e lanosi, si infiltra nelle tue articolazioni e non ti molla più. Morale: meglio i -15 secchi che i +8 umidi.

 

Ma ritorniamo alla neve. Quella candida, morbida e gioiosa neve. La cosa più magnifica (ed anche se non si può dire è il caso di scriverlo) è che qui nevicano proprio quei piccoli cristalli bellissimi che io avevo visto solo nei cartoni animati, quelle strutture frattali che pensavo potessero vedersi solo al microscopio o che fossero addirittura il frutto di chissà quale geniale disegnatore della Disney (Nostro Signore, sei senza dubbio un vero artista).

C’è di brutto che a camminare per due ore e quaranta minuti per scendere al downtown (decisamente un’impresa da Messner…) rischi seriamente l’amputazione dei piedi a causa della formazione di piccoli ghiaccioli tra le dita dei piedi… O accade che, tornando a casa, sempre a piedi, uno di quei simpatici pick-up, sfrecciando a tutta birra, ti imbratti il pantalone nuovo di neve sporca… O succede infine che uscendo alla sera dopo una intensa giornata di lavoro la neve sciolta dal sole e trasformatasi in ghiaccio ti faccia precipitare rovinosamente al suolo proprio come un palazzo da demolire che collassa su se stesso dopo che è stata fatta brillare la dinamite.

 

Beh questo è quello che per ora posso dirvi a parole, per il resto vi consiglio di dare un’occhiata alle foto. L’album verrà continuamente aggiornato perciò dategli un’occhiata di tanto in tanto.

Per il momento e tutto, a presto!

 

P.S. se avete qualunque tipo di curiosità non esitate a chiedere!!!!

 

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Dichiarazione di intenti

Sopra i cieli di Catania

Alba del 17/01/09

 

Piccole gocce di condensa scorrono sul finestrino dell’aereo durante il decollo, quasi a sostituire tutte le lacrime che non ho versato. Sono un uomo, un duro, io non piango, almeno fino ad adesso. Lo spettacolo dell’Etna innevato (il Fujiama, come lo chiamerebbe Bianca), la baia di Catania, la luce tenue dell’alba: potrei scattare la foto più bella del mondo, ma preferisco guardare, ammirare, stupirmi…

 

Non ho ancora trovato il tempo per riflettere sulla portata ed i significati di questo viaggio: in fondo è meglio scoprirli piuttosto che provare a prevederli. D’altronde sono un volgare ingegnere, mica un economista!

L’unica cosa che so è che sono e sono stato immensamente fortunato. Nella vita ho avuto un culo sfacciato, ma non parlo di lotterie o altri concorsi a premi, ma  di un altro tipo di ricchezze, id est opportunità ed affetti.

Ed al solito mi sento un po’ idiota quando perdo tempo dietro ai miei problemi di adolescente troppo cresciuto. Dovrò imparare a godere e giuro che questa volta lo farò, perché andare a teatro con la benda sugli occhi o ad un concerto con le orecchie tappate non è da menomati dello spirito o da persone troppo sensibili al “male del vivere”, ma più semplicemente un comportamento da stupidi. Niente eroismo o stoicismo, ma pura e semplice stupidità.

Ecco cosa è che voglio dimostrare a me stesso ed al mondo: io non sono uno stupido.

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Pargolo is Back

Negli ultimi mesi la mia vita era diventata decisamente troppo frenetica. Avevo bisogno di ritrovare un po’ di pace ed un po’ di serenità…

(intuisco che l’incipit è troppo geniale e che se proseguissi su questa scia probabilmente scriverei un romanzo best seller -visto che tra noi dottorandi ormai va di moda…-, e perciò decido di autocastrarmi e amen)

 

Tante volte, in passato, mi sono lamentato della mia solitudine, del fatto che la vita è là fuori ed io qui dentro ed altre menate del genere. Oggi, invece, da bravo bastian contrario e bambino viziato quale sono, mi ritrovo (quasi come se non dipendesse da me…) nella condizione diametralmente opposta: ho assolutamente bisogno di rimanere un po’ da solo con me stesso. Ho bisogno di riorganizzare le idee e di cominciare a vedere, se pur da lontano, come dovrà essere ed in che direzione dovrà andare il mio futuro. Si avvicina il momento in cui non si possono più rimandare le decisioni e non vale la pena prenderne frettolosamente una all’ultimo minuto, sol perché non c’e stato il tempo di ponderarne una seriamente. Anche il pargolo sta crescendo, purtroppo o per fortuna, e bisogna che non ci colga impreparati il giorno in cui questo sarà successo…

 

Adesso mi trovo dall’altra parte dell’oceano ed ho tutto il tempo per disintossicarmi dalle corse e dalle abitudini, per riprendere in mano i vecchi progetti, per leggere, per scrivere, per risvegliarmi da quel torpore in cui mi sono lasciato avvolgere negli ultimi 3-4 anni. Sì insomma ora più che mai sento di dover riprendere in mano le redini della mia esistenza, di decidere, costruire, piuttosto che assecondare gli eventi, che è un po’ quello che ho sempre fatto fino ad ora (voi mi direte: ma non lo hai già detto tante altre volte? La risposta è sì, ma prima era prima…) . Voglio imparare a scegliere, anche in maniera sbagliata, ma a scegliere, senza girarci intorno, voglio imparare a distinguere cosa è importante per vivere da cosa non lo è, badare all’essenziale senza perdermi troppo nella filosofia e senza per questo dover rinunciare a fantasticare, a pensare in grande ed a chiamare le cose col proprio nome. Vorrei mettere da parte la psicologia spicciola e le filosofie di vita e piuttosto vivere, smetterla di fare il bacchettone e mettere in pratica buona parte delle cose che vado predicando, dimostrare che anche se fino ad ora sono stato molto fortunato, in realtà me la sarei potuta cavare bene lo stesso anche senza la fortuna. Insomma dimostrare che se sono così come sono, se ho fatto quel che ho fatto non è perché è successo ma perché lo ho voluto.

 

Ciao ragazzi, sono il pargolo, sono tornato, anche se sto su un altro meridiano. Mi trovo a Columbus negli Stati Uniti, ci rimarrò per i prossimi 7 mesi circa e in Italia ho una ragazza strafiga e bellissima, una donna con le palle (nel senso buono si intende) che mi ama da morire e alla quale voglio un bene dell’anima. Devo pensare positivo. Devo agire positivo. Se non lo faccio io chi dovrebbe farlo? In questo momento ho proprio voglia di spaccare il mondo.

Stay tuned, il pargolo e tornato!

 

P.S. Voglio bene anche a voi, sia ben chiaro, ma a Bianca decisamente di più ;) :P

 
 
 

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