Dichiarazione di intenti

Sopra i cieli di Catania

Alba del 17/01/09

 

Piccole gocce di condensa scorrono sul finestrino dell’aereo durante il decollo, quasi a sostituire tutte le lacrime che non ho versato. Sono un uomo, un duro, io non piango, almeno fino ad adesso. Lo spettacolo dell’Etna innevato (il Fujiama, come lo chiamerebbe Bianca), la baia di Catania, la luce tenue dell’alba: potrei scattare la foto più bella del mondo, ma preferisco guardare, ammirare, stupirmi…

 

Non ho ancora trovato il tempo per riflettere sulla portata ed i significati di questo viaggio: in fondo è meglio scoprirli piuttosto che provare a prevederli. D’altronde sono un volgare ingegnere, mica un economista!

L’unica cosa che so è che sono e sono stato immensamente fortunato. Nella vita ho avuto un culo sfacciato, ma non parlo di lotterie o altri concorsi a premi, ma  di un altro tipo di ricchezze, id est opportunità ed affetti.

Ed al solito mi sento un po’ idiota quando perdo tempo dietro ai miei problemi di adolescente troppo cresciuto. Dovrò imparare a godere e giuro che questa volta lo farò, perché andare a teatro con la benda sugli occhi o ad un concerto con le orecchie tappate non è da menomati dello spirito o da persone troppo sensibili al “male del vivere”, ma più semplicemente un comportamento da stupidi. Niente eroismo o stoicismo, ma pura e semplice stupidità.

Ecco cosa è che voglio dimostrare a me stesso ed al mondo: io non sono uno stupido.

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